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Nella prima metà dell'Ottocento nasce la figura del flâneur, che attraversa la città con passo lento e, soprattutto, con occhi nuovi. Egli è un osservatore attento del grande mutamento che la modernizzazione ha determinato. Le grandi città europee, da Parigi a Londra e Berlino, diventate metropoli assolutamente nuove per forme fisiche e vita quotidiana, richiedono metodi anch'essi nuovi per capirle e rappresentarle. La flânerie, il camminare curioso e riflessivo, nasce e si evolve con questo compito. Dai tratti quasi impressionistici dei poemetti in prosa di Charles Baudelaire si trasformerà, con Georg Simmel, Siegfried Kracauer, e poi soprattutto con Walter Benjamin, Guy Debord, Michel De Certeau e Henry Lefebvre, in un metodo sistematico di osservazione e di analisi della città e, attraverso questa, della modernità stessa che nelle nuove metropoli prende forma. Il volume, offrendo esempi di ricerca empirica condotta con la flânerie, illustra la ricchezza e i risultati di questo metodo e, soprattutto, mostra come esso possa divenire lo strumento di ogni cittadino per reclamare con forza il proprio diritto alla città.